Domande frequenti sugli impianti dentali

Gli impianti sono adatti ad un paziente completamente privo di denti?

Certamente sì. Grazie alla tecnica implantologica è possibile realizzare una protesi totale o dentiera (overdenture).

E’ una protesi perfettamente ancorata alle ossa mandibolari e/o mascellari, grazie ad attacchi sferici fissati sulla testa delle viti implantari. In certi casi è possibile realizzare anche una protesizzazione di tipo fisso in pazienti completamente edentuli.

Gli impianti sono adatti per il paziente forte fumatore?

Si è visto che la possibilità di successo degli impianti nei pazienti fumatori, è relativamente più bassa.

Per questo, si consiglia di smettere di fumare o almeno astenersi dal fumo per alcuni mesi cominciando una/due settimane prima dell’intervento. Il successo della terapia implantare in pazienti fumatori è collegato direttamente all’età del paziente e alla quantità di sigarette fumate.

Quali sono i costi di un impianto?

Grazie alle moderne tecniche implantari i costi di una terapia protesica su impianti si sono notevolmente ridotte rispetto ad alcuni anni fa. 
Resta pur sempre condizionante nel determinare il preventivo totale la soluzione protesica che verrà alla fine adottata.

Se le condizioni di salute generali o ossee non permettono l’inserimento degli impianti, come si può fare?

Possiamo comunque realizzare ponti fissi con l’ausilio di pilastri in biovetro.

In caso di malattie di ordine generale del paziente (diabete, osteoporosi, ipocalcemia) che alterino gravemente il metabolismo osseo, abbiamo una grande controindicazione all’inserimento degli impianti che in questo caso hanno pochissime probabilità di osteo-integrazione. Da alcuni anni si è sviluppata una soluzione protesica di nuovo tipo che sfrutta il posizionamento sovra mucoso di pilastri in biovetro. Il biovetro è un materiale altamente biologico, abatterico che sfruttando le caratteristiche elastiche della mucosa orale ci consente di realizzare ponti fissi anche di notevole ampiezza su ambedue le arcate dentali (mandibola e mascella) sfruttando la disponibilità di almeno tre/quattro elementi dentali naturali.

Come si effettua la manutenzione degli impianti dentali?

Gli impianti dentali sono costituiti da vere e proprie viti in titanio filettate in modo molto particolare per favorirne la cosiddetta osteointegrazione, cioè un vero legame chimico – fisico con l’osso che ne permette il consolidamento e la fissazione.

Per mantenere nel tempo questa stabilità implantare e quindi la stabilità delle protesi da essi sostenuti è importantissima una corretta manutenzione attraverso una quotidiana igienizzazione della protesi sovrastante e della parte di vite implantare che (in certi casi) può emergere dalla gengiva. L’igiene ideale è svolta immediatamente alla fine dei pasti principali e prevede, oltre allo spazzolamento di tutti gli elementi dentari (naturali e protesici) con precise metodiche, anche l’uso del filo interdentale (superfloss) che ci permette di raggiungere anche gli angoli più nascosti e soprattutto di pulire anche sotto gli elementi sospesi dei ponti. Utilissimo inoltre è l’uso degli scovolini interdentali, anch’essi di misure e forme molto diversificate: conici, cilindrici, medi, fini, extrafini, ecc. coi quali si raggiungono tutti gli spazi interdentali asportando anche i residui più piccoli e si massaggiano le papille gengivali spesso infiammate.
Un altro utilissimo mezzo di igiene orale è la poco conosciuta “doccia orale” , piccolo apparecchio elettrico che permette un vero e proprio lavaggio a pressione di gengive e spazi interdentali grazie ad una pompa peristaltica che forza l’acqua attraverso un pratico manipolo direzionale che si può orientare a piacere: il risultato finale è veramente di grande freschezza.
Da non dimenticare infine l’uso giornaliero di un buon collutorio antiplacca per sciacqui prolungati che consente una reale riduzione della formazione di placca batterica che è la vera nemica numero uno della salute della nostra bocca.

E’ meglio un ponte o un impianto?

Per rispondere ad una domanda classica “MA E’ MEGLIO UN PONTE O UN IMPIANTO ?” è necessario conoscere le profonde differenze che caratterizzano queste due alternative protesiche.

Il cosiddetto “ponte” è un manufatto costituito da una sottostruttura metallica e una parte sovrastante in materiale estetico del colore più simile possibile ai denti naturali del paziente; il tutto viene fissato con particolari cementi adesivi a due o più denti naturali precedentemente preparati dal dentista (cioè assotigliati e abbassati per creare lo spazio necessario per sostenere le corone protesiche).
L’impianto è una vite in titanio che viene infissa nell’osso mascellare o mandibolare e che ha la funzione di nuova “radice” per il dente o il ponte che verrà in seguito realizzato. Con questa soluzione il paziente può sostituire il dente mancante senza minimamente intaccare gli altri denti naturali ai quali viene così risparmiata una fastidiosa e ormai anacronistica limatura.
In conclusione: è sempre preferibile, quando sono presenti le giuste condizioni anatomiche, la soluzione con impianti piuttosto che quella con un ponte tradizionale. Inoltre, anche se nella maggior parte dei casi si rivela un pò più costosa, è la soluzione che si rivela molto più accettabile sia esteticamente che funzionalmente.

Impianti carico immediato: la riabilitazione a masticare è immediata?

Innanzitutto bisogna specificare cosa si intede per carico di un impianto: è il posizionamento di un manufatto protesico a copertura di un impianto e sul quale il paziente può cominciare a masticare da subito.

Questo concetto però si scontra con i principi biologici dell’osteointegrazione degli impianti che prevedono una tempistica di 4-6 mesi di attesa prima della protesizzazione definitiva, perciò di fatto un singolo impianto può si essere ricoperto immediatamente dopo il suo inserimento, ma solo da una corona in resina provvisoria che non sopporti alcun carico masticatorio, cioè che non tocchi assolutamente i denti antagonisti: si tratta quindi di una corona con sola funzione estetica e nient’altro!
Allora un carico immediato con funzione masticatoria non si può mai fare? La risposta è sì! Si può fare ma solo a determinate condizioni. La condizione base per poterlo realizzare è quella di riabilitare una intera arcata mascellare o mandibolare che sia completamente edentula, con un numero di impianti da 4 a 6, e che viene protesizzata nell’arco di 24 / 48 ore con una protesi in resina tipo “toronto” cioè fissa ma avvitata sugli impianti tramite appositi pilastri dritti e/o angolati e con la quale il paziente può masticare da subito anche se ovviamente cibi non troppo compatti.
Si tratta della tecnica “All On Four” od “All On Six” indicata per i pazienti edentuli che desiderano una protesi fissa pur non avendo più pilastri naturali. Dopo 6 mesi dall’intervento di implantologia si realizza la protesi definitiva in metallo e resina ceramizzata che fiene fissata definitivamente con viti di precisione.
Possiamo affermare quindi che il carico immediato su impianti è una solzione rapida, affidabile e relativamente economica per risolvere i problemi di pazienti edentuli che non desiderano una protesi mobile.

Protesi fissa a carico immediato su impianti: esistono controindicazioni?

Effettivamente ci sono casi in cui gli impianti a carico immediato hanno controindicazioni, ma si tratta degli stessi che si incontrano nell’implantologia classica.

Malattie metaboliche (diabete grave, insufficenza epatica, insufficenza renale), gravi patologie cardiache e polmonari, gravi atrofie ossee dell’osso mascellare e/o mandibolare.

Ovviamente ogni caso va attentamente valutato singolarmente, ma comunque, in presenza di una sufficente quantità e qualità dell’osso, le percentuali di successo del carico immediato sono statisticamente ormai molto elevate.